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BELLUNO

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view post Posted on 11/11/2008, 09:35
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MaryRosa

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BELLUNO E LA SUA PROVINCIA



Belluno (Belùn in bellunese, Belum in ladino) è un comune di 36.042 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia, e maggiore centro abitato della Valbelluna.


Secondo le classifiche stilate da Legambiente, la città, sia nel 2007 che nel 2008, si è classificata al primo posto per sostenibilità dell'ecosistema urbano fra tutti i 103 capoluoghi di provincia italiani.


La parte antica della città di Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità della confluenza del torrente Ardo con il fiume Piave. A nord si staglia verso il cielo l'imponente gruppo dolomitico dello Schiara (2565 s.l.m) con la caratteristica Gusela del Vescovà, il monte Serva (2133 s.l.m) con la sua mole e il monte Talvena, mentre a sud le prealpi separano il bellunese dalla pianura veneta. Sempre a sud, nella zona del Castionese, si erge il Nevegal (pronuncia: Nevegàl) sul quale sono situati impianti di risalita e piste da sci.


Belluno è indicata come la città capoluogo di provincia più fredda d'Italia nelle temperature medie invernali. Anche la temperatura media annua è forse la più bassa fra quelle dei capoluoghi di provincia italiani. Nel 1998, ad esempio, essa fu di 9,8°C, mentre la media mensile di gennaio fu di circa 0°C. Nel torrido 2003 la temperatura media annua non raggiunse i 10,0°.


Assai consistente è la piovosità: su Belluno cadono annualmente circa 1400-1500 mm di precipitazioni (1355 mm nel 2005), concentrate nei mesi da aprile a novembre, che possono anche raggiungere i 2000 mm, mentre l'inverno è siccitoso con cielo sereno. Il clima della città complessivamente è perciò piuttosto freddo e piovoso


Il nome della città deriva dal celtico belo-dunum che significa collina splendente, proprio per la posizione favorevole che occupa l'abitato nel cuore della Valbelluna.


La città fu fondata attorno al 200 - 220 a.C. e a partire dal 181 a.C. la Città diventò una strategica base militare romana e il "municipium Bellunum" al tempo di Augusto entrò con un ruolo di primaria importanza nella Regio X Venetia et Histria. La particolare ubicazione geografica il controllo assoluto grazie alla costruzione della prima torre di quello che oggi è il castello di Zumelle, sulla via di comunicazione più importante verso il nord, la Claudia Augusta Altinate, la resero una roccaforte inespugnabile. Nonostante tutto i barbari arrivarono comunque in città ed iniziò il lento ed inesorabile tramonto della città romana.


Belluno rimase a lungo sotto il dominio longobardo (VI secolo d.C.) e carolingio (VII sec.), e al termine del IX secolo si affermò un governo aristocratico di un Vescovo-Conte e si definì la città medievale con castello, cinta di mura, porte e torri. Belluno fu anche una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta a Treviso nel 1260. Questo fu un periodo caratterizzato da sanguinose guerre esterne contro i trevigiani, in particolar modo durante il periodo di governo del sagace vescovo conte Giovanni II che estese i domini bellunesi fino alla fertile pianura di Montebelluna, ma ben presto la superiorità di Venezia obbligò il governo bellunese ad optare, non senza gravi divergenze interne, alla dedizione spontanea alla città lagunare nel 1404 anno in cui si conclusero guerre esterne contro i Trevigiani e le lotte interne fra le varie fazioni. Per un breve intervallo nel XIV secolo Belluno venne anche incorporata nell'immenso territorio della signoria veronese dei Della Scala, che si estendeva da Parma a Cividale del Friuli.


In tal modo si poté rinnovare il tessuto urbano grazie alla costruzione di case e palazzi dei nobili e della nascente borghesia, in un clima di nuova prosperità economica favorita dagli intensi rapporti con Venezia, cui si fornivano legname e spade.


Il Piave fu in questi secoli l'importantissima via di navigazione delle zattere, prezioso legname che dai boschi del Cadore al mare riforniva la Serenissima e alimentava l'attività economica di artigiani, segherie, porti.


Dopo il breve periodo napoleonico (1797-1815), in cui fu costituito il Dipartimento della Piave, Belluno passò all'Austria e poi al Regno d'Italia.


Belluno è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.


 




BELLUNO è una provincia del Veneto di circa 214 mila abitanti.


E' la provincia delle Dolomiti per eccellenza, comprendendo la maggior parte dei gruppi dolomitici.


Confina a nord con l'Austria (Tirolo e Carinzia), a est con il Friuli-Venezia Giulia (Provincia di Udine e Provincia di Pordenone), a sud con la Provincia di Treviso e con la Provincia di Vicenza, a ovest con il Trentino-Alto Adige (Provincia di Trento e Provincia di Bolzano).


A Lagole di Calalzo, in Cadore, si trova un sito paleoveneto con i resti di un santuario dedicato ad una divinità sanante, risalente a circa il V secolo a.C. Un secondo sito in di maggiori dimensioni è stato rinvenuto a Mel. La Necropoli di Mel, utilizzata in modo continuativo dai Veneti Antichi dall'VIII al V secolo a.C. fu scoperta nel 1958. Fino all'inizio degli anni '80 sono state scavate circa 80 tombe, nel 1962 furono inoltre messi in luce, nella zona meridionale della necropoli, verso la strada provinciale che da Mel conduce a Belluno, sette recinti, definiti circoli; in seguito furono riconosciute le tracce di almeno altri due recinti parzialmente conservati. Molti reperti hanno rivisto la luce, soprattutto statuette di bronzo e un elevato numero di iscrizioni venetiche tutt'ora esposte al Museo della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore e al Museo Civico Archeologico di Mel.


L'attuale Provincia di Belluno fu un territorio con diverse località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. Dal 1420 al 1797 il Bellunese fa parte della Serenissima Repubblica di Venezia. Nel 1923 ha ottenuto Cortina d'Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana già parte dell'Austria Ungheria (Tirolo).


La provincia, molto estesa e quasi interamente montana, comprende le regioni geografiche del Cadore, del Feltrino, dell'Alpago, della Val di Zoldo dell'Agordino, Comelico e Ampezzano.


Gran parte della provincia è occupata dalle Dolomiti, con le vette delle Tofane, delle Tre Cime di Lavaredo, del Monte Pelmo, del Monte Civetta, della Moiazza, del monte Antelao, del Cristallo, del gruppo delle Marmarole, del Sorapis, dei Cadini di Misurina, della Croda Rossa d'ampezzo, del Sella della Marmolada e delle Pale di San Martino (queste ultime tre al confine con il Trentino). La provincia è ricca di corsi d'acqua. Il maggiore è sicurmente il Piave, con gli affluenti Boite e Cordevole. Lambisce il Feltrino anche il fiume Cismon, affluente del Brenta.


Nella parte meridionale della provincia si estende la Valbelluna, la valle più ampia e maggiormente abitata della provincia in cui sorge anche il capoluogo e sulla quale si stagliano le Prealpi venete (Gruppo dolomitico dello Schiara, Monti del Sole, Vette Feltrine, massiccio del Monte Grappa) qui si trova anche il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.


I centri principali della provincia (oltre al capoluogo) sono Feltre, Cortina d'Ampezzo, Agordo, Pieve di Cadore, Mel, Sedico e Ponte nelle Alpi.


Un tempo l'economia del territorio era basata sull'alpeggio e su una povera agricoltura di montagna. Ora l'agricoltura è poco significativa, se non in ristretti settori d'eccellenza come la coltivazione del fagiolo nell'altipiano di Lamon (Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese).


Nel Bellunese è sorto uno dei distretti industriali più importanti del Nord-est, quello dell'occhialeria, in particolare nelle zone dell'Agordino e del Cadore. Ad Agordo ha sede la Luxottica, una delle industrie italiane più attive a livello internazionale. A Longarone è presente invece la Marcolin, il Gruppo De Rigo e il maggiore stabilimento della Safilo. Oltre al settore dell'occhialeria di fondamentale importanza sono i settori della refrigerazione industriale (Costan; Surfrigo, Zanussi) e dei sanitari (Ceramica Dolomite, IdealStandard).


 



BELLUNO E LA SUA PROVINCIA


Uno dei settori più importanti per l'economia è il turismo: la provincia può vantare alcune delle stazioni turistiche montane più note a livello nazionale, tra cui Cortina d'Ampezzo, Alleghe, Auronzo di Cadore, Falcade, Arabba, Sappada, Alpe del Nevegal e in generale le zone del Cadore e dell'Agordino.


la provincia di Belluno fa parte del club dei 15 cioè le quindici provincie italiane più industrializzate secondo questi criteri:


- alto reddito (20 mila euro per abitante - primo quartile per l'Italia);


- contributo dell'industria (comprese costruzioni) al valore aggiunto superiore al 35% - la UE 25 ha una media del 29% (Italia 28%) ed individua la soglia dei territori industriali al 30%;


- quota dell'occupazione industriale superiore al 40% - la UE 25 ha una media del 27% (Italia 31%).


smentendo così la nomea di provincia povera ed arretrata tecnologicamente


La provincia di Belluno occupa il 20% della superficie del territorio della regione Veneto e per lo più in una situazione geomorfologica di grande disagio con conseguente immenso dispedio di risorse per infrastrutture, servizi e salvaguardia del territorio. Nonostante gli incredibili sforzi economici di privati e amministrazioni locali, la differenza con le realtà confinati di Trento, Bolzano, Udine e Pordenone godenti di uno statuto speciale regionale e per quanto concerne il Trentino-Alto Adige anche provinciale, è spiazzante. La concorrenza di realtà che godono di finanziamenti a fondo perduto in numerosi settori, compreso il settore turistico e alberghiero, è sleale soprattutto se si pensa che la regione Veneto assegna alla provincia di Belluno solamente il 4,9% dei finanziamenti spettanti alle proprie province, pur rappresentando il Bellunese un quinto del territorio regionale.


Tutto ciò ha portato a un forte senso di disagio, in particolar modo i comuni confinanti con le realtà finanziariamente più avvantaggiate del Trentino Alto Adige. Esempi eclatanti di referendum sulla questione sono:


- Lamon, che il 30 e 31 ottobre 2005 ha chiesto di passare alla Provincia di Trento;


- Sovramonte, che, con gli stessi obiettivi, ha votato l'8 e 9 ottobre 2006;


- Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Cortina d'Ampezzo, che hanno domandato il 28 e il 29 ottobre 2007 di poter passare alla Provincia di Bolzano, con la motivazione ufficiale di voler riunirsi con la cultura ladina dell'Alto Adige;


- Sappada, che il 9 e 10 marzo 2008 ha votato per passare al Friuli-Venezia-Giulia.


Tale provocazione è stata fondamentale per portare a conoscenza il serio problema di cui soffre la Provincia di Belluno, la quale ha l'esigenza impellente dell'attribuzione di una specificità amministrativa, meglio ancora di un'autonomia al fine di ovviare al problema della gestione delle risorse, della gestione delle acque, della concorrenza sleale nel settore turistico e produttivo e del sempre crescente dramma dello spopolamento della montagna.


Nella Provincia sono presenti alcune minoranze linguistiche, tutelate dallo statuto provinciale:


- la minoranza ladina che è riconosciuta in 42 comuni della Provincia. I tre comuni di Colle Santa Lucia/Col, Livinallongo del Col di Lana/Fodom e Cortina d'Ampezzo/Anpezo sono territori che facevano parte dell'Austria-Ungheria e sono compresi nella Ladinia. La Ladinia storica non comprende però gli altri comuni riconosciuti di lingua ladina dalla legge 482/1999, che vanno a coprire assieme gran parte delle regioni storico-geografiche del Cadore, dell'Agordino e del Comelico.


- le minoranze germanofone dei comuni di Sappada/Plodn, provenienti dalla vallata austriaca contigua di Maria Luggau, e di Farra d'Alpago e Tambre, appartenenti al gruppo dei Cimbri presenti soprattutto nell'Altopiano di Asiago.


 



 
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FELTRE



Feltre (localmente pronunciato Fèltre /'feltre/) è un comune di 20.615 abitanti della provincia di Belluno. Posto verso la fine della Valbelluna, è il centro principale della regione del Feltrino.


Feltre è situata ad occidente del fiume Piave e alle pendici delle Dolomiti e, più in particolare, delle Vette Feltrine.


Dal punto di vista ecologico, è da ricordare la presenza della riserva naturale Vincheto di Cellarda.


Onorificenze conferite alla Città


Feltre è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.


Le origini e l'età romana


Secondo Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, III,130), l'antica Feltria fu fondata dai Reti (oppido retico) con le città di Trento e di Verona. Discusso il toponimo: taluni lo avvicinano alla lingua etrusca (Felthuri, cioè città di Fel) osservando un'assonanza con Velhatre (Velletri).
Conquistata dai Romani, Feltria divenne municipium e in età imperiale conobbe un notevole sviluppo economico ed urbanistico.


Fondamentale la vicinanza all'importante Via Claudia Augusta, strada che da Altino, sulla Laguna Veneta, portava, attraverso Trento e il Brennero, fino ad Augusta Vindelicum (l'attuale Augsburg, in Baviera).



Nel tardo impero la diffusione del cristianesimo permise la fondazione della diocesi feltrina con una prima cattedrale. Si fa tradizionalmente risalire a
San Prosdocimo di Padova l'evangelizzazione della zona.



Il medioevo


La crisi e la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni dei Goti fecero decadere Feltre che passò più tardi ai Longobardi del ducato di Ceneda. Di quel periodo resta traccia nel toponimo di Farra (dal germanico Fara, "accampamento"). La città passò in seguito ai Franchi di Carlo Magno e quindi al suo successore Berengario, re d'Italia.
Da questo momento sino al
XIV secolo, il potere episcopale si affermò sempre più, specie da quando i vescovi furono elevati al rango di conti. Essi erano a capo di un comitatus (cioè una contea) piuttosto esteso e comprendente, oltre al Feltrino attuale, anche le valli del Primiero , del Tesino e della Valsugana sino a Pergine.
Durante il
XIII e il XIV secolo Feltre fu coinvolta nelle tragiche vicende legate alla signoria degli Da Romano (con il noto Ezzelino), finendo infine sotto il potere dei Da Camino. A questi seguirono i Carraresi, dal 1315 al 1337, gli Scaligeri di Verona e, infine, i Visconti di Milano.


Nel 1404, alla morte del duca di Milano Giangaleazzo Visconti, Feltre, non potendosi più difendere da sola dalle mire dei Carraresi, preferì seguire l'esempio di Vicenza e sottomettersi alla Repubblica di Venezia (fatto tutt'ora ricordato ancor oggi durante il palio locale). Il Periodo veneziano assicurò ai feltrini, salvo qualche breve parentesi, un periodo di pace e di prosperità.


Nel 1509 la città fu quasi interamente distrutta dalle truppe di Massimiliano I d'Austria che, a capo della Lega di Cambrai, scese in Italia per combattere la Serenissima. Ma, successivamente, la ricostruzione trasformò Feltre in un unicum architettonico ed urbanistico, ben delineato dai canoni estetici e culturali del Rinascimento.


Dal Seicento si ebbe però un'evidente decadimento della città: diminuirono notevolmente e l'economia entrò in crisi. Nel 1729 Feltre ebbe Carlo Goldoni impiegato come coadiutore della Cancelleria. Goldoni era allora ancora ben lontano dall'essere il celeberrimo maestro e riformatore del teatro, ma, già interessato alla scena e agli attori, cominciò qui la stesura di alcune delle sue opere, fra le quali La cantatrice.


Nel 1797, caduta Venezia, il Feltrino fu occupato dai francesi di Napoleone e amministrato dalla fazione democratica: risale a quegli anni la scalpellatura delle lapidi venete i cui testi, resi così illeggibili, si vedono ancora sulle facciate delle case patrizie nella città vecchia. Occupata dagli Austriaci nel 1798, in seguito al trattato di Campoformio, entrerà poi a far parte del Regno Italico con capitale Milano.
Dopo il
Congresso di Vienna che, pur tendendo a ristabilire lo status quo ante Napoleone, non ricostituì la Repubblica di Venezia, Feltre entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto, soggetto all'Impero d'Austria. Vi rimase fino al 1866, anno della sua annessione al Regno d'Italia a seguito di un plebiscito.


Gli austriaci tornarono con la Grande Guerra dopo la rotta di Caporetto, colpendo duramente la città e rimanendovi sino alla fine del conflitto.
Durante la
Seconda Guerra Mondiale è da ricordare l'Incontro di Feltre che avvenne il 19 luglio del 1943 tra Benito Mussolini ed Adolf Hitler. L'incontro si tenne in verità a Villa Gaggia, a diversi chilometri dalla città, ma i due capi di Stato fecero la loro apparizione al balcone -oggi smantellato- dell'allora esistente Caffé Grande prospiciente Largo Castaldi. Fu l'ultimo atto di Mussolini quale capo del governo del Regno, che cadrà pochi giorni dopo, il 25 luglio.


 

 
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