°°Dove ti porta il Cuore°°

DOMODOSSOLA - ARTE E CULTURA

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view post Posted on 10/11/2008, 22:35
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MaryRosa

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Domodossola: arte e cultura

 


Il Palazzo di Città, sede amministrativa del Comune di Domodossola.


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Domodossola è una cittadina ricca di monumenti, eleganti palazzi e testimonianze del suo passato.

Fu costruito nel 1847 su disegno dell'architetto Leoni di Torino in perfetto stile neoclassico.
Ospitò, nell'autunno 1944, la "Giunta Provvisoria di Governo" e nel cortile interno si trovano tre lapidi, una delle quali riporta la motivazione della Medaglia d'Oro al Valore Militare concessa alla Valle Ossola per i fatti resistenziali culminati nella "Repubblica Partigiana dell'Ossola".


Nella piazza antistante il palazzo, denominata "piazza Repubblica dell'Ossola", sorge il monumento a Gian Giacomo Galletti, munifico benefattore dell'Ossola grazie al cui lascito fu fondata la "Fondazione Galletti". Sui muri perimetrali della chiesa trecentesca dedicata a San Francesco, a metà Ottocento è sorto l'omonimo palazzo che nel 1881 fu acquistato dalla Fondazione Galletti, la quale ne ricavò alcuni spazi per ospitarvi le scuole professionali. Fu in seguito sede della Fondazione Galletti e ospitò le collezioni museali e la biblioteca. Sciolta la Fondazione, il palazzo divenne proprietà del Comune che ne sta curando il restauro.
<p align=center>Nell'antica chiesa di San Francesco, nel 1381 fu firmato l'atto di dedizione dell'Ossola ai Visconti e, tra il XV e XVI secolo, vi si tennero quattro concili provinciali.


 

Palazzo Mellerio


Su piazza Chiossi si affaccia invece la casa natale del conte Giacomo Mellerio e la biblioteca civica, intitolata all'insigne filologo domese Gianfranco Contini.

Il Conte Giacomo Mellerio, nato a Domodossola nel 1777 e nominato dagli Austriaci Cancelliere del Regno Lombardo-Veneto, non dimenticò mai la sua Domodossola. Dopo aver fondato quattro borse di studio per giovani poveri che volessero continuare gli studi in seminario e aver acquistato l'allora Convento delle Orsoline per farne la sede delle scuole primarie per bambine, accarezzò il progetto di un complesso di scuole superiori. Mellerio dunque chiamò il cognato, l'architetto Gian Luca della Somaglia, e lo impegnò a costruirgli un palazzo adatto a questo scopo. I lavori iniziarono nel 1816 e il 5 novembre 1818 "Palazzo Mellerio" fu inaugurato. Alla sua morte l'edificio fu lasciato al Comune di Domodossola e per un certo periodo ospitò la Pretura. I lavori di recupero di Palazzo Mellerio, sono stati realizzati tra il 2001 e il 2002 dall'Agenzia Territoriale per la Casa di Novara eVCO e dal Comune di Domodossola. Il primo piano dello stabile è in uso al Comune mentre negli altri tre piani trovano spazio dodici alloggi di edilizia popolare.
Tra gli episodi più significativi della storia di Domodossola, quello più noto è sicuramente l’esperimento di autogoverno conosciuto come “La Repubblica dell’Ossola”. Nata nel settembre 1944, in piena occupazione tedesca, la Repubblica dell’Ossola, o territorio liberato, comprese tutta l’Ossola sino a Mergozzo e Ornavasso.



 

La liberazione della vasta zona fu il risultato dei continui attacchi delle formazioni partigiane intensificatisi nella tarda estate di quell’anno, tanto da costringere i comandanti del presidio nazifascista ad arrendersi ai partigiani evacuando la zona. Il 9 settembre venne costituita una Giunta Provvisoria di Governo presieduta dal prof. Ettore Tibaldi, rientrato dalla Svizzera dove si era rifugiato l’anno precedente. Coadiuvavano il Tibaldi alcuni “commissari di governo” ovvero ministri, in rappresentanza dei vari partiti politici che partecipavano alla lotta di liberazione. Essi si occupavano di affari di governo, finanze, giustizia, trasporti, assistenza. Nel suo breve periodo di esistenza, circa 40 giorni, la Giunta provvisoria di governo assicurò lo svolgersi della vita civile amministrativa nel territorio liberato. Malgrado le inevitabili deficienze fu offerta buona prova nella gestione della cosa pubblica. Provenienti dalla vicina Svizzera, numerosi giornalisti stranieri visitarono l’Ossola proiettando favorevolmente nel mondo libero l’immagine di quella piccola “repubblica” esempio di democrazia e di autogoverno in un’Europa ancora largamente occupata dai nazisti. A metà ottobre, un forte corpo di spedizione al comando di tedeschi rioccupò la zona. Dopo duri combattimenti le avanguardie nemiche entrarono in Domodossola nel tardo pomeriggio del giorno 23. La Giunta di governo seguì i partigiani in ritirata in valle Formazza dove, vista ormai inutile ogni resistenza, espatriò in Svizzera. Con la Giunta trovarono scampo oltre frontiera numerosi partigiani e alcune migliaia di semplici cittadini che dimostrarono cosi il loro clamoroso rifiuto al ritorno delle autorità fasciste, sottraendosi nel contempo alle rappresaglie che si temevano da parte degli occupanti.

 

 
 
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view post Posted on 10/11/2008, 23:15
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MaryRosa

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Il Palazzo Silva



 


Palazzo Silva è una delle più belle costruzioni gentilizie del Rinascimento della regione subalpina,

tanto da meritare l'iscrizione fra i Monumenti Nazionali.

Costruito in due momenti tra il XIV e XVII secolo,

presenta al suo interno una scala a chiocciola in serizzo di pregevole costruzione.

Annessa, una piccola corte, detta "dei marmi", con antichi stemmi gentilizi e manufatti in pietra.




Il palazzo, acquistato dalla Fondazione Galletti nel 1882, fu restaurato sotto la direzione del pittore Vittorio Avendo tra il 1884 e il 1889.
Sciolta la Fondazione Galletti, il palazzo e tutto il suo patrimonio sono passati al Comune di Domodossola.


Oggi è sede di un Museo.




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la  Piazza del Mercato





è il Cuore della città,


è un piccolo gioiello di architettura rinascimentale con i suoi portici quattrocenteschi che sostengono case padronali del XV-XVI secolo, scenograficamente perfetta nella sua asimmetria. I capitelli delle colonne, finemente scolpiti, recano gli stemmi delle grandi famiglie ossolane.


Nel centro della piazza si trovava l'antico palazzo comunale, demolito nel 1805 per consentire il passaggio della strada napoleonica del Sempione, e sul lato settentrionale si trovava il palazzo del vescovo conte, che culminava nella torre di Briona.


Da ormai un millennio è sede del Mercato.


Di recente la Piazza Mercato è stata interessata da un'opera di ripavimentazione che l'ha ulteriormente valorizzata, anche attraverso la creazione di un'isola pedonale che ne fa il logico centro di manifestazioni ed eventi di varia natura. 


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Palazzo San Francesco


Sui muri perimetrali della chiesa trecentesca dedicata a San Francesco, a metà Ottocento è sorto l’omonimo palazzo che nel 1881 fu acquistato dalla Fondazione Galletti, la quale ne ricavò alcuni spazi per ospitarvi le scuole professionali. Fu in seguito sede della Fondazione Galletti e ospitò le collezioni museali e la biblioteca. Sciolta la Fondazione, il palazzo divenne proprietà del Comune che ne sta curando il restauro. Nell’antica chiesa di San Francesco, nel 1381 fu firmato l’atto di dedizione dell’Ossola ai Visconti e, tra il XV e XVI secolo, vi si tennero quattro concili provinciali. 


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La via Briona


 
Dalla piazza del Mercato si apre la via Briona.


Sinuosa, stretta fra case dai tetti di piode,da sempre via dei mercanti, tanto che l'attraversava anche la diligenza svizzera del Sempione, è sovrastata dalla torre "del vescovo".


Oggi è una via commerciale ricca di negozi e botteghe.


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Antiche mura e Castello


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Restano ormai poche tracce della cerchia pentagonale che proteggeva l'antica città. Sono visibili i resti di una torre angolare e dei tratti di mura in prossimità della via Facchinetti, oltre alla Torretta che ha subito integrazioni settecentesche.


 Nel 1300 infatti il borgo di Domodossola era munito di cinta muraria sovrastato da un castello, già documentato nel X secolo.  
Il castello si affacciava su quella che oggi è la piazzaTibaldi. 
Castello e mura persero la loro importanza con il tempo, e parte fu sventrata per far passare la strada napoleonica del Sempione.


L'antica torretta, ancor oggi ben conservata,



si trova all'incrocio tra via Facchinetti e via Montegrappa 


 è un esempio di torre quadrata costruita con blocchi di beola estratti dalle cave del colle di Mattarella. 
 
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Nel borgo vecchio della città si trova la "Motta"



"Motta" è un toponimo che ricorda l'accumulo di ghiaia e sassi riversato dal torrente Bogna durante le piene del Cinquecento.


Centro del quartiere la gradevole piazza Fontana dominata da una fontana ottagonale con obelisco del 1844.






 
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view post Posted on 10/11/2008, 23:39
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la Collegiata dei Santi Protasio e Gervasio




 



Costruita fra il 1792 e il 1798 su disegno dell'architetto Matteo Zucchi, la Chiesa dell'Insigne Collegiata dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, è a tre navate con sei cappelle e un pregevole altare maggiore in marmi policromi. Rimasta senza facciata fino al 1953, fu ultimata dall'architetto Giovanni Creppi. 
Conserva il portichetto barocco, monumento nazionale, e un portale romanico che risale a una più antica chiesa della città.
Gli affreschi interni sono opera di Lorenzo Peretti (1831), mentre quello che raffigura i Santi Gervasio e Protasio e la MadonnaAssunta è riconducibile a Carlo Giuseppe Borgnis, pittore vigezzino.
Nella cappella dedicata a San Carlo si trova invece il quadro di Tanzio da Varallo raffigurante "San Carlo che comunicagli appestati".
Esternamente alla chiesa è dipinto un grande San Cristoforo di scuola lombarda.
Il campanile, forse una antica torre elevata successivamente, sorge di fianco all'abside.

 


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Santuario della Madonna della Neve



 
Il Santuario della Madonna della Neve,


costruzione della prima metà del XVII secolo, fu innalzata sui ripari che difendevano una precedente piccola chiesa dalla furia del torrente Bogna.


Al di sopra della porta d'ingresso un affresco del pittore Carlo Mellerio riproduce il miracolo della caduta della neve sul colle Esquilino a Roma.


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Sul piazzale antistante il Santuario, il re Vittorio Emanuele III ha inaugurato nel 1925 il monumento ai Caduti con tre statue che raffigurano il Dolore, il Sacrificio, la Vittoria,.


A ricordo di Geo Chavez il trasvolatore delle Alpi, è stato posto un monumento nella piazza a lui dedicata, con un cippo in Regione Siberia e con una lapide all’ospedale San Biagio, dove si spense.

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Il Civico Teatro Galletti








Già dal 1849 a Domodossola operava un piccolo teatro filodrammatico, insufficiente al bisogno culturale della città. Grazie ad un generoso contributo economico elargito da Gian Giacomo Galletti l'amministrazione comunale decise di utilizzare l'area sovrastante al nuovo porticato in Piazza Mercato per la costruzione di un nuovo Teatro sociale. Nel 1873 fu dato incarico progettuale al geometra Vincenzo Bianchi, ma solo nel 1878 fu ap provata la costruzione del teatro e i lavori poterono iniziare. L'architetto Camillo Riccio nel 1877 e, in modo più incisivo, l'ingegnere Giorgio Stiglio nel 1881, intervennero con progetti di compimento per la platea e la galleria.



Il nuovo teatro fu inaugurato la sera dell'8 aprile 1882.



Alla fine degli anni '70 sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione e di rifacimento.



Il Teatro comunale Galletti ha una capienza massima di 240 persone.




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Domodossola (in lombardo e piemontese Dòm)






è un comune della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
La città, si trova alla confluenza delle sette Vallate Ossolane (Valle Anzasca, Valle Antrona, Val Bognanco, Val Divedro, Valle Antigorio-Formazza, Valle Isorno e Val Vigezzo).
Domodossola ha un'economia prevalentemente basata sul terziario e sull'industria lapidea sia estrattiva che di lavorazione oltre ad una sviluppata industria meccanica ed al turismo.
Le sue vallate sono ricche di dighe e centrali idroelettriche.
Le sue frazioni: Mocogna, Castanedo, Badulerio, San Quirico, Calice, Borgata Casa Delle Rane, Calvario, Corte, Gabi Valle, Boschetto, Siberia, Nosere.
Comuni contigui: Beura-Cardezza, Bognanco, Crevoladossola, Masera, Montescheno, Trasquera, Trontano, Vazo, Villadossola.
È sede di sezione distaccata del Tribunale di Verbania e di alcuni uffici di rango provinciale (uffici provinciali dei settori III e IV, la Motorizzazione Civile e la sede del Pubblico Registro Automobilistico della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola), oltreché di Ufficio Locale delle Entrate.
Il centro storico è ricco di siti di interesse artistico, quali la colleggiata dei SS Gervasio e Protasio, il seicentesco Palazzo Silva e la pittoresca Piazza del Mercato, tipico esempio di urbanistica ed architettura ossolana.



Centro storico 


Tutta la città gode di uno splendido panorama sulle Alpi Lepontine da cui è completamente attorniata.

L'esistenza della cittadina è documentata già nel periodo romano; infatti Oscela Lepontiorum, questo il primo nome di Domodossola, era un centro di discreta importanza della Gallia Cisalpina.
In seguito alla costruzione, nel medioevo, del Duomo, la cittadina assunse il nome di Domus Oxilae, poiché possedeva l'unico edificio sacro del circondario ossolano (Ossola Superiore).
Domodossola fu, per un breve periodo, capitale della Repubblica Partigiana dell'Ossola, proclamatasi indipendente dopo essere riuscita a cacciare i tedeschi, per circa due mesi, nel corso della Resistenza.
La Repubblica partigiana ebbe vita dal 10 settembre al 23 ottobre 1944: per 33 giorni il territorio liberato fu gestito democraticamente da una giunta governativa presieduta da Ettore Tibaldi, e che annoverava, tra gli altri, la milanese Gisella Floreanini.


Immagine:MVM O.jpg 


Domodossola è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 21 settembre 1945 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale con la seguente motivazione:




« Mentre più spietata infieriva l’oppressione germanica e fascista con il valore e con il cruento sacrificio delle formazioni partigiane e con l’entusiastico concorso delle popolazioni, insorgeva animosamente. Liberato il primo lembo di territorio alle frontiere, costituitasi in libero reggimento di popolo, l’uno e l’altro difendeva contro un nemico inferocito e preponderante per numero e per mezzi. Ravvivava così negli italiani la fede dell’avvento della democrazia e additava la via alla insurrezione nazionale liberatrice. Valle dell’Ossola, 9 settembre - 15 ottobre 1944. »
 

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Negli anni '50 e '60 del Novecento, la città fu segnata da un importante flusso migratorio.


I migranti, provenienti in massima parte alla regione Calabria, si stanziarono in un quartiere, già denominato "Cappuccina" per esservi stati i Frati Cappuccini anticamente, ed ora tornati, per opera del Frate Cappuccino Padre Michelangelo, noto per le sue opere di bene, ed essendovi ancora resti del Convento antico e un antico oratorio dedicato alla Madonna del Sangue di RE.


 




 
La Nuova Chiesa alla Cappuccina

Ora Convento dei Padri Cappuccini, Parrocchia, Scuola Materna, e Casa San Francesco Perfetta Laetitia per ospitare minori e famiglie con disagi.


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La città è inoltre un importante snodo ferroviario servito dalla linea internazionale del Sempione, che collega l'Italia alla Svizzera ed a Parigi attraverso un Tunnel lungo circa 20 km.



 
 


Viene anche attraversata dalla Statale 33 del Sempione che consente, attraversando il passo del Sempione, il collegamento stradale con il canton Vallese svizzero a Briga-Glis.
La città è collegata anche con Locarno nella vicina Svizzera-Canton Ticino, grazie ad una linea ferroviaria a scartamento ridotto di circa 52 km conosciuta come la Vigezzina.
Nell'ambito dei progetti dell'Unione Europea atti al miglioramento della rete infrastrutturale, Domodossola avrà un ruolo notevole nella linea che metterà in collegamento i porti di Rotterdam e Genova.



 



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Domodossola (VB) Alcune Notizie Storiche

 


 

Ebbe Origine Romane.

Anticamente si chiamò "Oscella Lepontiorum", divenne poi "Domus Oxilae"

per arrivare ai giorni nostri a

"Domodossola" Domus-Centro delle Vallate Ossolane.

 

 

 

Collocata strategicamente sulla via che, attraverso i valichi alpini, porta all’Europa, fu sempre centro importante, seppur di ridotte dimensioni.

Città libera entro un territorio dominato dai Vescovi di Novara, si dotò di Mura e Castello alla fine del 300.

 


 

Dai tempi di Maria Antonietta d'Austria l'Oossola è diventata parte del Piemonte.

Perchè ceduta da Maria Antonietta a Napoleone che voleva attraversare il Sempione per accedere alle terre del Nord per le sue conquiste.

Dal 1805 cominciò a crescere a seguito dell’apertura della grande Strada Napoleonica del Sempione, ed ulteriore sviluppo le derivò dall’arrivo della ferrovia da Novara nel 1888 e dall’apertura del Tunnel del Sempione, nel 1906.

Oggi Domodossola sfiora i 25.000 abitanti ed è cittadina d’intensa vita commerciale, che si anima soprattutto con il tradizionale ed antichissimo Mercato del Sabato, frequentato dalle popolazioni valligiane e della vicina Svizzera.

Cuore del centro storico è la Piazza del Mercato, irregolare, circondata da portici e logge e da case rette tra il XVI e il XIX secolo.

 

 

Fra i monumenti spiccano la Collegiata, Palazzo Silva, palazzo S.Francesco, la chiesa della Madonna della Neve.  La collegiata neo classica fu eretta tra il 1793 ed il 1796 su progetto di Matteo Zucchi, sul sito ed utilizzando porzioni della precedente, risalente al XV secolo; invece la prima collegiata medioevale sorgeva presso il castello, e di essa si conserva il portale, inserito nella facciata moderna dell’attuale.

 


 

Domodossola - la Chiesa Collegiata

 

Al suo interno pregevolissimo il ciclo decorativo dovuto a Lorenzo Poretti, il maggior pittore neoclassico ossolano, la tela rappresentante S.Carlo, tra le migliori opere di Tanzio da Varallo, ed il bellissimo crocefisso ligneo, opera di Giorgio de Bernardis. Il Palazzo Silva; raro edificio rinascimentale iniziato nel 1518 dal Capitano Paolo Silva condottiero di Francesco I di Francia, e completato da Guglielmo nel 1640, è monumento nazionale e racchiude un ricco Museo.

Vi si possono ammirare, oltre le finestre scolpite ed ai fregi degli esterni, i caratteristici interni dove spiccano i camini scolpiti, le volte ad ombrello, i soffitti a casseforti e la straordinaria scala a chiocciola in pietra del 300 e quindi raccolte d’armi bianche e da fuoco (XVI-XX sec.), arredi diversi (disposti in modo da ricostruire gli ambienti di una nobile dimora Ossolana del 600), ceramiche, vetri, porcellane, una ricca pinacoteca (dal XV al XX secolo), stampe, disegni, sculture lapidee, lignee e policrome (XIV-XVIII sec.), ed una collezione archeologica locale.

Il Palazzo S.Francesco fu costruito agli inizi dell’800 sulle strutture della duecentesca chiesa omonima. Il palazzo, sede della ex Fondazione Galletti, ospita il museo etnografico e di scienze naturali, e la biblioteca. Il Museo e la biblioteca si trovano ora presso la sede dell’Assessorato alla Cultura comunale; sono visibili le collezioni di mineralogia ossolana, zoologia ed ornitologica ossolana e sudamericana, botanica ossolana, paleontologia e osteologia mondiali, la collezione scientifica Dell’Angelo (materiali mondiali e della Valle Vigezzo) d’etnografia somala e guineana, la sala del Sempione, che raccoglie materiali e documenti riguardanti la costruzione della strada napoleonica, del traforo e la prima trasvolata delle Alpi, compiuta dall’aviatore peruviano Jorge Chavez, e la raccolta di monete e medaglie. La biblioteca antica vanta una sezione di manoscritti e pergamene d’interesse locale, e numerose cinque centine.

 


 

Palazzo Silva ora adibito a Museo

 

 

La chiesa della Madonna della Neve, fuori dal centro storico, è edificio seicentesco costruito sopra la precedente chiesa cinquecentesca affrescata da Fermo Stella da Caravaggio e sepolta dalle pietre del fiume Bogna.

 



<p align=center>Domodossola la Chiesa della Madonna della neve


Dalla chiesa parte la via che conduce al Sacro Monte Calvario: attraverso un suggestivo percorso entro il bosco, si incontrano numerose cappelle costruite tra il 600 e 900.

Il complesso, iniziato nel 1656, è coronato dal glorioso Convento, ora Casa della Carità dei Rosminiani, dalla chiesa seicentesca, e dai resti del Castello altomedioevale di Mattarella, che fu sede del governo dell’Ossola Superiore.

 

 

 

Il Santo Monte Calvario

 

 
 
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