Abbraccio
Emozione pura
che conosce il limite dell’orizzonte
è il cielo d’autunno
dei tuoi occhi
quando distendo le braccia
per stringere calore
altre braccia
protese
ad accogliere il mio
in unica fusione
ascolto l’infinito
che racchiudo
attorno a te
e stringo fortissimo
il profumo della vita
testimone d’istanti raccolti
a margine di attimi
liberati dal tempo
e racchiusi
nella luce
dei tuo sorriso
e come fiore di melograno
vivo del tuo sguardo
come fiore vivo
sicuro che non mi lascerai
appassire.
Orso_Polare
lettera aperta nel senso che non contiene segreti ... nè limitazioni nel suo uso.
Può essere cestinata, letta e dimenticata, pubblicata o motivo di chiarimento.
"Sbagliare è un erroneo credere giusto ciò che per i più è sbagliato".
Io sono "solo" e pertanto sono in errore.
Mi scuso.Questo è un modo democratico all’inglese.
<p align=center>Sbagliare è pensare il contrario di ciò che io affermo. Vengo punito. Questo è un modo meno inglese di democrazia.
Sbagliare è non avere valanghe di parole a motivazione del proprio argomentare. Se taci gli altri ti sommergono e vince che ha più fiato. Non mangio legumi e perdo. Questo è un modo ruspante di contendere ragione.
Sbagliare è non concedere, a chi crediamo in torto, di motivare il suo pensiero. Dopo ampia e lunga discussione io rimango della mia idea e l’altro no. Ha ragione chi è in posizione di privilegio. Questo è un modo antico di ottenere consenso.
Sbagliare è fare come me, che ritengo necessario discutere e confrontarsi, senza esclusione di parole, ma avere come unico obiettivo l’arricchire l’altra persona del mio modo di pensare ed arricchirmi io delle convinzioni altrui. Tutto nel rispetto dell’individualità.
Nessuno ha ragione, ma tutti si parlano. Questo è un modo che non produce giustizia o giustizzialismi ma che lascia al tempo il piacere di smerigliare gli spigoli.
...è necessaria una premessa fondamentale per comprendere ciò che ho scritto qui sopra :
Sono spirito libero e sono sempre pronto alle conseguenze di questa scelta. In Te ho letto la stessa libertà espressiva, anzi, ancora maggiore, ma non c’è mai stata l’occasione di parlare di cose diverse dalle comuni argomentazioni.... forse ho ragione io e, infine, occorre pur essere sufficientemente incerti nella vita ... altrimenti sai che monotonia.
Rifletterò.... sulla mia falsità che genera diffidenza o sulla mia diffidenza che genera sospetto o sui sospetti che genera il mio comportamento. Rifletterò ...
Rifletterò sul mio essere Clown in chat e sul mio essere Orso nelle Post,
Rifletterò sul mio essere io sempre ed ovunque e sulla mia ostinazione nel volerlo essere sempre e ad ogni costo, anche a rischio di essere antipatico o sgradevole quando mi trovo di fronte una democrazia punitiva ( quella meno all’inglese per intenderci ), questo è il mio limite di relazionarmi... non ho difese, sono quello che vedi.
E’ probabile che come ospite io sia giunto al terzo giorno ... in questo caso riprenderò il mio cammino ringraziandovi di quello che avete donato a questo orso-pagliaccio.
Un fiore ed un sorriso
Orso_Polare
di notte...
Il sole faticando sale all’orizzonte,
confuso tra la nebbia dei ricordi e
ferito dagli affilati rami di alberi di ghiaccio.
Mi sorride ipocrita, augurandomi il buon giorno.
Conosce bene la sofferenza con cui tento di
risorgere da questa "notte" ormai trascorsa.
Adesso libero sopra ai miei pensieri,
mi illumina il cammino ma presto confonderà,
tra le ombre della sera, il mio sentiero.
Un’altra notte mi attende
e con essa
l’attesa di un’altro giorno.
Non tutto è luce, non tutto e buio ...
Orso_Polare - aprile 2004
(lettera scritta nel silenzio di una sera mentre ascoltavo la musica che mi parlava di lei, Lei che non è più presente alle mie emozioni. Ringrazio l'amica che mi ha prestato i balconi della sua finestra per poter scrivere ciò che racchuidevo dentro al cuore ) ...
Ciao amica mia,
non commetterò lo sbaglio di ieri sera, mentre mi irritavo per l'essere solo in questo mondo a volte soft e troppo spesso tagliente lama di rasoio.
Non commettero' lo stesso errore...mi basta sapere che una persona, tu in questo istante, sebbene indifferente e giustamente assorta in altre emozioni, mi permetti di dare via libera silenziosamente, al mio desiderio di comunicare.
Non rispondere ti prego, non odo niente altro voglio sentire, ne parole ne voci, desidero solo cullarmi in queste note che sono eremo della mia anima, del mio cuore.
Desidero scrivere e non ho parole che sappiano trasferire in immagini nessuna delle mie emozioni.
Desidero vivere una parentesi ma è troppo angusta e vuota.
Desidero far volare le nuvole e soffio sui tasti ma, le uniche ali che riesco a sollevare, appesantite forse dagli anni, forse dalla continua impossibile ricerca, mi attraggono verso la terra. Sabbia calpestata dove si leggono solo le orme di chi, due a due, hanno già abbandonato questa spiaggia per affrontare un mare sconosciuto, un mare che sembra prosciugarsi attimo dopo attimo e che solo le perle che escono dagli occhi, inutilmente, cercano di compensare.
Permettimi di avere una finestra dove indirizzare pensieri, una finestra chiusa ma che si affaccia su una strada mille volte calpestata mille volte percosa in ogni dove con a fianco immagini che giorno dopo giorno, hanno lastricato un percorso infinito, scosceso e solitario.
Percorso solitario perchè nonstante tutto quando chiudo questo monitor, per un'attimo leggo sul mio viso espressioni felici alternate a silenzi mimici ... sì dubbi concreti che mi prendono quando, come adesso, vorrei che tutto fosse rimasto immutato, quando desidero come ora, che niente fosse cambiato e che l'essere felice dipendesse ancora, oggi come allora, dalla sua voce che mi augura buona vita.
Anche un solo pensiero, una sola nota condivisa, un solo sorriso strappato a questo inferno, sarebbe un dono incalcolabile.
Questo è il mio silenzio ... in questa assenza di parole che non riflettono più il mo animo, in questa assenza di sinergico coinvolgimento emotivo. In questo stagnante purgatorio dei sensi, in attesa di un addio, sempre più reale e sempre più vicino, pronto a lasciarmi trainare nell' inferno della solitudine chiedo finestre da affrescare, note da comporre, silenzi da riempire...ma una cosa su tutte ... i suoi occhi in cui perdermi. Incolpevole amica, scusa se ho imbrattato gli scuri del tuo osservatorio, scusami se ho bussato villano nella notte che vivevi silenziosa e ricca di parole non dette, scusami se ancora una volta, irriverente della tua comprensione, busso e chiedo un sorriso che non riusciro' a vedere perchè troppa sabbia hanno sollevato quelle orme che nel silenzio della notte e, nella saggezza della fretta dettata dal loro cuore, ormai navigano lontane da questa isola.
Grazie amica mia, per non aver mai calpestato le immagini che hanno lastricato quella strada percorsa incessantemente da questo Orso ribelle alle convenzioni ma sottomesso ad una sola regola, quella di essere sempre e solamente un orso che ama la vita e che rispetta l'Amore.
Questo sono, quando disincantato come adesso, percorro nella calma ammantata della notte, un viale disabitato, con case di gesso, dove spiccano finestre di cartone colorato, affrescate di parole sfavillanti, espressione di una lingua che non è mai stata mia.
Orso_Polare - luglio 2004
Ancora
Non so come tu sia arrivata
tra le pagine sgualcite del mio diario
e non ti chiedo nemmeno chi tu voglia essere ...
troppe ombre si sono rincorse
ed a turno
hanno danzato sulle mie ceneri roventi
mentre di una riconoscevo il profilo,
dell'altra il punto,
di un'altra ancora la pausa
ed infine,
di tutte,
la medesima regia ...
Amo.
Sì amo ... ma non per questo, smetto di "amare"
e di pensare.
Colpiscimi ora,
colpiscimi prima ancora che sia ricominciata la vita in me,
mentre distratto dalle tue parole
ascolto il vento creare lirica attraversando i tuoi riccioli scuri.
Ti amo e ti ho persa ...
adesso ricominciare dalla fine
sarà più facile ...
Orso_Polare - luglio 2004
Riflessioni
... "Qualche anno fa, alle paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere. Mentre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere.
Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro.....ciascuno di loro.
Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire:"Adesso stai meglio?" Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché?
Perché dentro di noi sappiamo che: La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa"
(dal web
... leggendo questa tua cronaca m'è venuto istintivo pensare ai prati d'alta montagna quando, in primavera inoltrata, percorri i sentieri che li attraversano. Ti ritrovi immerso in un'arcobaleno di fiori che apparentemente sembrano fare a gara per chi debba essere il più colorato ma in realtà sono tutte espressioni tangibili di quella che è la molteplice varietà della vita. Osservandola dall'interno o dall'esterno puoi cogliere solo un senso di meraviglia e di ammirazione per lo splendido colpo d'occhio che, tutti assieme, rendono.
Behh, mi vorrai perdonare se penso che anche il Signore abbia immaginato di vederci così, dall'alto, gli uni accanto agli altri, felici di essere diversi ma uniti.
Un quella occasione i "diversi" hano scelto chiaramente di essere ... "uniti" a noi ed uniti tra loro ...
mentre ogni giorno quelli che dicono di essere "uniti" ( ideali, interessi, sexsimbols, ludotecari incalliti ... ) dimostrano inequivocabilmente di essere " diversi ".
Orso_Polare- agosto 2004
Le nostre origini...
Chiuso nel silenzio delle immagini
costretto al silenzio dalla ferocia
osservo quegli
aguzzini senza Dio.
Non v'è differenza con gli stermini
perpetrati nella storia da uomini
che d'umano
avevano solo l'apparenza
Quelli non sono agnelli
ma Lupi travestiti,
non sono martiri
ma demoni ripudiati persino dal lor(o)dio
Non esiste credo religioso
che non contempli umana
pietà per il proprio simile.
Prova generale
di una palude che riaffiora
nel crepuscolo angoscioso
di un triassico dimenticato.
Orso_Polare - settembre 2004
Signori buongiorno ... Biglietto prego...
Tutto avvenne in un batter d’ali ... imbarazzo, preoccupazione di non arrivare a destinazione e vuoto nella memoria se non per un fatto occorso qualche tempo prima e che acquistava sempre maggiori dettagli tanto da trasportarmi quasi fisicamente indietro nel tempo.
Può capitare a volte che insignificanti avvenimenti vengano ripescati dalla memoria alla quale erano stati affidati per essere relegati tra le cose poco gradevoli avvenute in circostanze di assoluta normalità.
Ero al IV° anno di corso di studi in una città del centro-nord e, come tutti sanno, quando si è studenti quasi mai i soldi bastano per arrivare a corrispondere le spese previste ed impreviste, un po’ come avviene ancora oggi. Ricordo che stavo rientrando dopo essere stato all’ufficio postale per ritirare il vaglia mensile e pensavo che di tante fatiche accumulate sulle spalle di mio padre, sarebbe rimasto ben poco in brevissimo tempo. Premevano di fatti i protesti dell’azienda del Gas, l’affitto arretrato, le tasse non ancora pagate ed infine ... l’aiuto prezioso dei compagni di appartamento che pazientemente avevano accettato più volte di ricollocarsi in coda a quella lista.
Di tutto questo "pensiero" mi rimanevano concretamente alcune decine di vecchie mille lire. Davvero poco.
Sorrisi e non pensai ad altro.
Fu sulla porta di casa che accadde la cosa che sto per raccontare ...
Un giovane collega di facoltà mi avvicinò chiedendomi se volevo comprargli il testo di patologia chirurgica dal momento che stava per laurearsi e che aveva necessità di realizzare immediatamente dei contanti per rientrare a casa dove la sua giovane moglie lo attendeva per dirgli che da li a poche ore avrebbero accolto, tra le braccia, il loro "piccolo" grande futuro.
Di fronte a cose così stupende come mi sarei sentito se avessi approfittato del prezzo stracciato con il quale mi aveva offerto uno dei libri più costosi di quell’anno ... così decisi di prestargli ciò che gli serviva per l’acquisto del biglietto confidando in una restituzione a breve. "Tranquillo" mi rispose.
Ma anche in questo gli studenti universitari difettano spesso e non brillano certo per memoria lunga. Dovetti rinunciare alla restituzione del piccolo ma importante prestito.
Signori buongiorno ... Biglietto prego.
Tutto avvenne in un batter d’ali ... imbarazzo, preoccupazione di non arrivare a destinazione e vuoto nella memoria ... dove ho lasciato il biglietto acquistato con gli ultimi spiccioli, come ne esco adesso, arriverò tardi ... mia cugina si sposa oggi tra due ore.
Di fronte a me due giovani ragazze con le quali, nell’immediata prossimità della loro meta, discorrevo di teologia e di impegno sociale. Entrambe proprietarie di un’ accento fantastico, toscano di Firenze, sorridenti e ... veggenti, lessero i miei pensieri nell’istante in cui li configurai mentalmente e come due ‘Fate’ mi offrirono il loro aiuto. Mi ripromisi e promisi Loro di essere puntuale nella restituzione dell’aiuto ricevuto.
Va da sè che assolsi solo qualche mese dopo all’impegno preso, ma questo mi permise di avere la scusa di augurare loro un sereno Natale.
Vi rinnovo la mia gratitudine, ovunque voi siate, Buon Natale
‘Fate’ di Impruneta, ...‘Fate’ nella mia memoria
Orso_Polare - dicembre 2004
Amore tra una farfalla e un elfo
... è vero, manco da circa un’anno e sebbene in questo tempo io sia arrivato molte volte vicino al portone di questa isola fiorita ... non avevo la necessaria energia per volare con le ali colorate di una farfalla e il bussare alla 'sua' porta era impedito dalla paura di non essere più capace di osservare il mondo con i colori della felicità. Ecco il motivo per il quale ho soggiornato a lungo nella prateria qui accanto, lontano dagli stipiti accoglienti di questo castello; mimetico tra corolle sfavillanti e silenzioso tra calici di polline odoroso, ogni giorno scrivevo il suo nome tra un petalo e l’altro; ogni giorno ... solamente nella pagina esterna dei sepali così da renderlo leggibile unicamente dopo il tramonto, quando con l’avanzare della notte a comprenderne il significato fosse sempre e soltanto colei che usa gli occhi del cuore ... ... Ho tolto le mie ali spezzate, ho utilizzato i frammenti per offrire ricambi a chi, in difficoltà, transitava attraverso quel prato erboso, ho atteso senza sosta e solamente ora ho compreso il senso di questo eremitico agire ... a piedi nudi vorrei riprendere il cammino ... per ricominciare a volare. Oggi è una giornata particolare per me ... da un lato la memoria di una luna nel pozzo, dall’altro la gioia di essere nuovamente a scrivere
Orso_Polare - gennaio 2005
...carico di silenzi il mio cuore,
le mani vuote dei tuoi capelli,
ascolto il frusciare dei tuoi passi
affievolirsi nell'immobilità
di un destino ... distratto
Orso_Polare
Scintilla del Cielo
...scintilla dell'area
scivola lenta verso l'orizzonte
così che il mio pensiero
possa cavalcarti per giungere sino a lei
sfoggia il tuo fregio migliore
così che nessuna parola
rimanga silenziosa tra le mie labbra
e lucenti arrivino al suo cuore
di una sola cosa ti prego
riportami il suo canto
raccolto tra miriadi di lucciole d'oro,
impiegassi pure mille anni
rimarro in attesa del tuo ritorno,
in fiducia,
perchè per me quel giorno
sarà una nuova vita
Orso_Polare - febbr. 2005
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Percorso
Perso nelle nebbie di un bosco autunnale
ho camminato senza orizzonte
percorso fitti silenzi
e calpestato germogli recisi
quando sconfitto,
sulle rive di un lago,
ho bevuto acqua salata
e piegato onde di fumo ...
...
ma davanti ai tuoi occhi
mi fermo sognante
tra cime di alberi odorosi
fuggendo dalle mille parole
per costudire il tuo cuore
...
Alle tue labbra disseto ogni mio pensiero
mentre con gesto d'amore accogli in te
il mio cuore
Orso_Polare - marzo 2005
...Notte serena ... passerotto
Era una tiepida notte di primavera quando improvvisamente mi accorsi della sua presenza. Stava lì a pochi passi da me, immobile e silenziosa osservava i miei movimenti. Non c’era paura nei suoi occhi, nemmeno rassegnazione o disillusione, vi leggevo invece la fierezza dei suoi anni e del suo cuore. Mi avvicinai, la raccolsi tra le mani, riscaldai il suo cuore e improvvisamente, sollevando le mani verso il cielo, l’aiutai a riprendere il suo volo.
Quante volte l’ho cercata, attesa.
Quante volte ho desiderato rivederle ripercorrere questo breve tratto di cielo che improvvisamente si apre davanti a me ogni qualvolta, digito la parola .....
"oggi ci sei".
Orso_Polare - 27/12/2003
Una notte stellata
Reale sensazione di appartenenza
a ciò che vivo
con incalzante entusiasmo,
privo di difese,
denudato da ogni circospezione
inizio a volare tra emozioni colorate.
Immagini proiettate in un cielo autunnale
raccolte in un quaderno di lino.
Delicata e sensibile presenza
la tua immagine ne è la copertina
e il tuo animo
l’inesauribile argomentare.
Orso_Polare - 27/12/2003
AMORE IN CHAT
Dell’amore che nasce in chat tutti ne hanno sentito parlare e chi più o chi meno ne ha avvertito i morsi, spesso feroci, altresì soffici baci curativi per l’animo.
La mia personale esperienza può racchiudersi in questre tre brevissime e-mail che inviai ad una splendida persona conosciuta tra le pagine di Excite ... molti anni fa. Emozioni nate lungo le rive di un sentimento virtuale del quale ormai si riconosce solamente l’alveo ma, forse proprio per questo motivo, rimane ancora oggi profondamente tracciato nel mio cuore.
Orso_Polare - 25 sett. 2005
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AMORE IN CHAT
<p align=center>Non dico sia impossibile da accettare questa macchina infernale, dolce e suadente, ipnotica e fredda, ma credo che l’esserne vincolati colpisca alle spalle quando lasci che un germoglio, pur amato, viva senza poterlo curare, perché ti impone di correre, di anteporre le parole filtrate dalla mente a quelle che nascono nel cuore. Così si genera la dicotomia degli intendimenti e la schizofrenia della Ragione che, vigile e attenta, soffre per ciò che già filtrato, ha dovuto gettare. Così nascono sia la corsa contro il limite del p.c. prima che questi diventi un mezzo ordinario sia la corsa contro le parole stesse prima che anneghino la capacità del fare, pur lasciando trasparire le potenzialità del pensiero e dell’animo. Capacità di fare che implica sì progettualità ma anche cura, attenzione, tempo e amore per l’oggetto da costruire e che necessita soprattutto di attingere alla collaborazione viva/vera e continua delle capacità individuali.
Tutto questo per me è diventato un conflitto che ripropone incessantemente l’eterna scelta tra l’ ESSERE ( stupenda e fragilissima ampolla dalla quale spillo gocce di spiritualità, soggette però sempre più all’incertezza del "giorno per giorno" ) e l’AVERE ( la possibilità, resa remota dalle circostanze, di poter "essere" ciò che desidero di più) con valutazioni sovvertite ed irreali, dove il divenire viene rappresentato dall’ "avere", come d’altronde mi pare infine giusto che sia, data l’ "irrazionalità" del tempo che si percepisce tramite il p.c.-
No. Odio questa macchina infernale, che erroneamente ho creduto reale "organo di senso" solo "perché rispondeva" e che si è frapposta tra la capacità d’amore di una persona vera ( sei dolcissima tu e lo penserò sempre ), e l’altra ( io ), impedendo loro qualsiasi raggiungimento d’intenti.
...davanti a questo monolita dei tempi moderni, a questo totem di un popolo che ormai non esiste più, davanti a questo oracolo ormai stanco di riportare solo parole... io sto chiedendo con emozione immodificata dal tempo : Lei ci sarà...? ci sarà per me...? o farne senza dovrà essere la regola della mia castità intellettuale. Una castità che sento e coltivo dentro di me come dono ricevuto e come omaggio da presentare ad una ombra che è appartenuta ad un’altra ombra ma della quale avevo percepito l’essenza.
Se questo totem parlasse o se comprendesse le mie parole forse non rimarrei ore ed ore a cercare di coglierne ogni più piccolo ed insignificante gesto. Se questo oracolo pronunciasse parole, sicuramente non sarebbero quelle che potrei comprendere ma, per mia coerenza sarei in grado di accettare.
<p align=center>Se questo monolita si sgretolasse forse mi distruggerei con lui perché nulla per me è più importante se non la certezza che esso rimanga immutato nel tempo.
Se io fossi...
Difficile dire dove si è, quando ci si lascia trascinare dentro, per gioco o per curiosità, a volte solo per desiderio di essere amati. Difficile trovarne l’uscita quando si viene sommersi dalle parole, dai ricordi e dalle mille emozioni che non ti accarezzano più. Impossibile riuscire ad intravedere la luce che, ormai rifratta mille volte da quelle gocce mille volte diluite (ricorda l’ampolla), appare scomposta nello spettro, in particelle così infinitesimali, a tal punto che ogni colore assume le sembianze di quello che gli sta accanto, ed insieme, tutto assorbono senza più nulla restituire a questi occhi spalancati che cercano qualsiasi flebile barlume di luce. Anche la luce di una candela, potrebbe essere percepita come un sole, dalla quale farsi abbagliare e travolgere. Sicuramente il suo calore è solo virtuale e scalda solo per quello che la fantasia permette a lei di riscaldare, consci però che presto anche lei finirà.
... A differenza di tutto questo tu esisti." .
Orso_Polare
settembre 2005
"Aiutami"
Per una volta, la prima, che sei tu a rivolgerti a me con queste parole, una sensazione di vera impotenza mi sta bloccando; forse perchè sono emotivamente coinvolto o perchè reso impotente dal fatto di saperti "lontana".
Cercherò allora di fare gesti e segnali comprensibili, sperando che possano raggiungerti come se fossi lì, accanto a te.
Mi è sempre capitato di dovermi affrontare a viso aperto, tutte le volte che mi sono lasciato andare e che mi sono perso, non importa se dietro a sogni irrealizzabili o dentro di me, quello che ricordo bene è la sensazione di solitudine, di abbandono e di disperazione che mi circondavano.
La solitudine era inizialmente un rifugio perfetto che potevo colorare, disporre spazialmente e cronologicamente come più mi accomodava.
Repentinamente però prendeva una sua propria identità riuscendo a coinvolgermi rendendomi ospite passivo di me stesso ed insofferente ospitante. Finivo cosi per rendermi odioso a me stesso senza più nemmeno la possibilità di chiedere confronto e conforto a qualcuno, perché erano rimasti tutti fuori da quella porta che io stesso avevo chiuso.
Mi rendevo conto solo allora di essere stato abbandonato.
Abbandono ..., è la sensazione più dolorosa che io abbia mai potuto provare. Non ne esistono altre che mi facciano soffrire come questa, che mi facciano percepire l’inutilità della mia esistenza e che mettano così chiaramente a nudo tutte le mie debolezze e i miei difetti. L’abbandono è la fine di tutte le connessioni con il mondo esterno, proprio quello con il quale entravo in sofferta conflittualità e dal quale però attingevo messaggi continui di solidarietà, gratificanti ma, sempre e solo messaggi (presenza indiretta di partecipazione vera, sentita e fisicamente vissuta).
Si, messaggi, tanti, ma il difficile era il comprenderne l’impronta, per riuscire a seguirne quel sentiero che seppure inaccessibile ero disposto a percorrere.
La solitudine e l’abbandono si portavano appresso la disperazione che sembrava un fiume straripante che travolgeva solo me, che non riguardasse nessun altro e che a nessun altro interessasse quello che io stavo attraversando o dove io stessi cadendo. Lo sprofondare era la sola immagine che rendesse reale ciò che sentivo e quello che mi angustiava di più non era "quanto" o fino a "quando" dovessi precipitare o cosa avrei trovato qualora avessi raggiunto il fondo, ma il "come" e che "cosa" sarei stato io una volta finito di annullare il mio Io.
Posso dirti che mi sono sempre, apparentemente, rialzato da solo ma, in realtà erano le persone che mi circondavano con affetto ed amore che non avevano mai smesso di starmi vicino, anzi più io cadevo più loro bussavano a quella porta, ed avrebbero continuato a farlo fino a quando io non avessi deciso di aprirla.
Ti racconto questo perché il ritrovarle piacevolmente immutate mi riempiva di gioia mentre mi rendevo conto che qualcosa era cambiato, ma solo in me.
Ogni cambiamento porta con sé delle sofferenze, delle paure o delle incertezze ma, quello che più conta dopo ogni modifica del proprio stato è il "ritrovare se stessi" immutati, capaci però di ricreare “una vita identica alla prima” ma con forze ed intendimenti nuovi.
Questo solamente riesco a dirti stasera, aggiungendo però una cosa tutta mia ma che conosci benissimo ...
"mantieni, se puoi, un posto per me in questa rinascita".
ricevi un abbraccio fortissimo....Immutato
Orso_Polare
Nel tuo sorriso
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Veli pastello attorno a te
che invitano il vento
a delineare il tuo sorriso
nella luce sferzante della sera
accarezzi con mani delicate
i miei pensieri
assecondandone il moto
lasciandoti sfiorare dalle parole
che come risacca
assorbono timori gridati
nel silenzio del cuore
ad annullare ombre e paure
in attesa di un attimo senza fine
accolto dal tuo seno
cancelliamo passato e presente
di spighe piagate dal sole
alla ricerca d’un cielo d’autunno
troviamo riparo a solitudini recluse
in rinate emozioni sbiadite
di un nastro slegato dal tempo
Orso_Polare - 23/08/2006
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